Il dato ormai a tutti noto è che le nuove erogazioni di mutuo sono scese del 42% rispetto all’anno 2011. Colpa della recessione? Non proprio. Il ministero dell’Economia ha vietato la vendita dei mutui nelle agenzie immobiliari, le banche non autorizzano la distribuzione dei loro mutui ai consulenti creditizi specializzati e non incentivano i siti online. E tutti continuano a dire che la domanda è bloccata e che è colpa della crisi
Mutui
Il dato ormai a tutti noto è che le nuove erogazioni di mutuo sono scese del 42% rispetto all’anno 2011. Praticamente non si parla di altro. Dato negativo sui mutui e stop. Nessuno però spiega che sta succedendo. O meglio molti si celano dietro il fatto che le banche non concedono mutui. Ma se Crif dichiara un calo delle richieste ed un tasso di mutui in sofferenza in riduzione al’ 1,9% rispetto al 2,3% del 2010, forse bisognerebbe iniziare a far luce sui fatti reali e non banalmente ammettere che il mutuo è un lusso per pochi.
Punto 1
Partiamo dagli operatori di mercato. I principali attori in Italia sono Tecnocasa, Gabetti e Frimm. Queste società fino al 2011 nella loro offerta comprendevano anche il servizio mutui, come si fa del resto quando si va in una concessionaria ad acquistare una nuova auto, dove il finanziamento si richiede nello stesso momento. Bene, grazie al ministero dell’Economia e alla nostra cara Banca d’Italia, da quest’anno questo servizio è vietato. Gli agenti immobiliari non possono più parlare di mutui. Qualcuno lo ha mai scritto? Qualcuno si è chiesto perché questo veto?
Punto 2
Fino a qualche mese fa, il 25% delle offerte di mutuo si riceveva tramite consulenti mutuo di società specializzate nella mediazione creditizia, che attraverso particolari accordi distributivi con le banche, potevano garantire ai clienti un’ampia gamma di prodotti, dal tasso fisso al tasso variabile fino al 100% del valore dell’immobile. Le più attive nel settore erano Byyou (partner UBI Banca), Fineco Mutui (partner Unicredit), BHW (partner di Deutsche Bank), oltre ad altre realtà locali legate sempre alle banche che utilizzavano la competenza di questi operatori specializzati per compensare l’inefficienza dell’addetto preposto in filiale. Oggi queste società non esistono più in quanto le banche, dimostrando una notevole miopia commerciale, hanno deciso di farne a meno. Ignorando di fatto le esigenze di tanti nuovi clienti che apprezzavano le doti di flessibilità e vicinanza alle famiglie di questi operatori specializzati.
Punto 3
Ultimo fattore, esclusivo del nostro bel paese, è la volontà di ridurre l’offerta commerciale sui nuovi canali di acquisizione come internet. Ci troviamo di fronte al paradosso di un mercato online che cresce del 300%, ed un offerta bancaria che si azzera. Se guardiamo i principali operatori di mutui online, le uniche banche nazionali che troviamo sono WeBank (che è nata online), BNL (che offre gli stessi tassi anche in filiale e non si comprende la logica), e CheBanca (idem, come BNL). Non esistono offerte competitive di colossi come Unicredit, Intesa, UBI o MPS. Banche minori come CheBanca riescono addirittura ad offrire prodotti più competitivi rispetto alla nostra più commerciale delle banche, Unicredit. Infine, quasi tutte le banche hanno di fatto eliminato l’offerta dei mutui di consolidamento del debito, di costruzione, di ristrutturazione ed imposto nuove regole sulla sostituzione del mutuo. Un prodotto, quest’ultimo che, nei principali paesi dell’EU rappresenta la principale fascia di mercato ma che da noi è concedibile solo per sostituire i mutui di acquisto, perché temono che il cliente possa diventare “sostitutore seriale”.
Ora, sembra ovvio che, se ai gruppi immobiliari è stato vietato parlare di mutui, se i network specializzati nella consulenza di credito alle famiglie sono stati chiusi dalle stesse banche che li avevano creati e se si evitano i siti online con prodotti ad hoc, non ci si può aspettare che la domanda cresca da sola. É come se ai negozi di telefonia fosse vietato di proporre nuovi abbonamenti e dopo 1 anno tutti ci meravigliassimo se sono calate le nuove sottoscrizioni di utenze telefoniche.
Ovviamente nessuno ne parla. Il MEF ha decretato la legge 141 che vieta la vendita dei mutui nelle agenzie immobiliari, le Banche non autorizzano la distribuzione dei loro mutui ai Consulenti Creditizi specializzati e sui principali siti online, e ogni giorno tutti si stupiscono che il mercato cala del 42%.
Continueremo a leggere che la domanda è bloccata e che è colpa della crisi. Chissà ancora per quanto..
Fonte: affaritaliani.libero.it