A Roma le aliquote IMU sono troppo alte e le rendite catastali ferme alle valutazioni degli Anni ’60. E’ quanto emerso dal Convegno “Tasse locali e sprechi nazionali: quale futuro per Roma Capitale e l’Italia”. L’incontro si è svolto venerdì scorso a Roma, presso la Sala Consiliare del Sesto Municipio. Presieduto da Italo Intino, Presidente del Centro Studi organizzativi del Prenestino e da sempre attento osservatore delle dinamiche socio-economiche del territorio, al dibattito hanno preso parte Bruno Astorre, Consigliere regionale del Partito Democratico, Alfredo Ferrari Vicepresidente della Commissione Bilancio di Roma Capitale, e Giammarco Palmieri, Presidente del Sesto Municipio.“L’IMU è un’imposta iniqua”: ha detto aprendo il dibattito il Presidente Italo Intino. “Molti quartieri di Roma come per esempio Pigneto, Torpignattara e Marranella – ha spiegato Intino – pagano paradossalmente di più rispetto a zone come Parioli e Prati, a causa delle rendite catastali fissate negli Anni ’60. Un problema, questo, più volte posto all’attenzione del governo comunale e nazionale ma che non ha trovato ancora una risposta. L’IMU, cosi come è stata impostata, sta portando e porterà tanta miseria tra la gent””.
Roma, infatti, risulta la città italiana dove l’IMU peserà di più: in media 639 euro per famiglia (fonte: Osservatorio periodico sulla fiscalità locale condotta dalla UIL Servizio Politiche Territoriali). Nel suo intervento, Alfredo Ferrari ha sottolineato che “in materia di bilancio le scelte di Alemanno si sono rivelate tutte fallimentari: è vero che stiamo attraversando un periodo di forte crisi, ma il sindaco della città di Roma deve avere il coraggio e la lungimiranza di far valere il proprio status di Capitale presso i livelli nazionali per dare risposte concrete ai cittadini”. Interventi che non possono e non devono attuarsi – esclusivamente – attraverso l’innalzamento delle aliquote IMU su prima casa (dal 4 per mille al 5 per mille) e seconda (dal 7.6 per mille al 10.6 per mille, valore massimo per legge). “Una decisione questa – ha aggiunto il Vicepresidente della Commissione Bilancio – che testimonia come Alemanno e la sua Giunta non siano stati all’altezza nel governare Roma”.
In perfetta sintonia con quanto affermato da Ferrari anche il Presidente del Sesto Municipio Giammarco Palmieri, che contesta al sindaco Alemanno l’assenza di una programmazione certa nella gestione amministrativa della città. “A Roma si vive alla giornata – ha affermato Palmieri- il Sesto Municipio, attraverso le tasse, sta contribuendo in maniera forte al bilancio della città ma in cambio non vede ritornare alcun servizio. Per esempio, mancano i soldi per le scuole: disponendo soltanto di 4.000 euro per tutti i plessi scolastici dell’intero territorio è difficile garantire la manutenzione necessaria…”. Sul problema edilizio, invece, si è soffermato Bruno Astorre per il quale “la soluzione non è rappresentata dall’edilizia popolare, bensì dalla volontà di costruire abitazioni a canone calmierato.
Questa proposta – prosegue il Consigliere del PD – a Roma non viene neanche valutata perché il Comune non mette a disposizione le aree per costruire a favore dei ceti meno abbienti”. Ed a proposito di tassa sulla casa, Astorre ha spiegato come “con l’ultimo Governo Prodi (nella legge finanziaria del 2008) chi disponeva di un reddito basso non doveva pagarla. Successivamente, qualcuno in campagna elettorale ha cavalcato l’onda di eliminare questa imposta – allora Ici – ed ecco il risultato: è stata introdotta l’IMU che, oltre a cambiar nome, trova una applicazione indifferenziata che non tiene conto della situazione economica delle famiglie che colpisce, andando così a danneggiare gli strati più deboli della società”.
Al termine del dibattito Intino ha ribadito con fermezza il suo impegno nel persuadere amministrazione locale e governo centrale a rimodulare l’imposta IMU soprattutto nei confronti di anziani e disabili, fasce meno abbienti, giovani coppie.
Fonte: http://roma.ogginotizie.it/