L’Associazione Bancaria Italiana, dopo la moratoria in favore delle aziende lanciata ad agosto, va in soccorso delle famiglie e, a sostegno di quelle in difficoltà, mette sul tavolo, a partire da gennaio, un piano di sospensione di 12 mesi dei pagamenti sui mutui.
Il provvedimento che – secondo stime autorevoli di fonte bancaria – dovrebbe interessare 110-130 mila famiglie e che dovrebbe avere un valore complessivo di circa 8 miliardi, rientra nel ‘Piano famiglie’ approvato dal comitato esecutivo dell’Abi, che ha dato mandato al presidente, Corrado Faissola e al direttore generale, Giovanni Sabatini di avviare le azioni necessarie a coordinare ed estendere le misure già in atto a sostegno dei rapporti di credito con le famiglie in difficoltà a seguito della crisi. Il provvedimento “serve a rendere più generali e omogenei i diversi interventi che sul territorio sono stati realizzati dalle nostre associate”, ha spiegato Faissola a margine del Comitato esecutivo dell’Associazione.
L’iniziativa, che incassa il consenso dei principali istituti di credito (tra cui Intesa SanPaolo, il Banco Popolare, Mps, Bpm e la Pop di Vicenza) – nei mesi scorsi si erano già mossi in questa direzione – riguarda chi ha perso il posto di lavoro, chi é in cassa integrazione ma anche chi ha visto la cessazione dell’attività di lavoro autonomo e chi ha subito la morte di uno dei componenti del nucleo familiare percettore del reddito di sostegno della famiglia. Ai fini dell’attuazione delle misure individuate, “ci sarà poi anche “un’interlocuzione con varie realtà, come la presidenza del Consiglio”, enti pubblici, soggetti privati e le associazioni dei consumatori che – ha sottolineato Faissola – “avevano sollecitato un’iniziativa” e alle cui “istanze stiamo rispondendo in termini positivi e utili”.
Il piano dell’Abi che, secondo l’Adiconsum interessa, “una famiglia su cinque”, raccoglie il plauso delle diverse associazioni dei consumatori pur con qualche distinguo.
Se Federconsumatori e Adusbef rilevano che è “una misura che può veramente far tirare un respiro di sollievo nel contesto della crisi che attraversa il Paese”, il Codacons la giudica “positiva solo ed esclusivamente a condizione che si consenta di sospendere le rate fino a 18 mesi (e non 12) e che la sospensione valga per chiunque dimostri semplicemente di non essere in grado di provvedere al pagamento delle rate”. Intanto continua a peggiorare la qualità del credito delle banche italiane per effetto della fase recessiva dell’economia.
A fine agosto, secondo il rapporto mensile dell’Abi, le sofferenze lorde hanno raggiunto quasi 52 miliardi di euro, oltre 12 miliardi in più rispetto a novembre 2008, quando avevano raggiunto il valore più contenuto degli ultimi anni. In particolare, nel mese in questione le sofferenze lorde sono risultate pari a 51,8 miliardi di euro, 1,2 miliardi in più rispetto a luglio 2009 e 8,6 miliardi in più rispetto ad agosto 2008 (+20% la variazione annua). E frena a settembre anche la dinamica di crescita dei prestiti bancari al settore privato (+1,4% rispetto al +1,9% di agosto), mentre i mutui aggiornano i nuovi minimi al 3,23% (ad agosto erano 3,24% e un anno fa erano al 5,8%).
Fonte: IlsecoloXIX