Legge stabilità 2014 – bonus mobili – bonus ristrutturazioni – bonus energia
Con la legge di stabilità 2014 e stato tutto confermato per i prossimi 12 mesi: non ci saranno modifiche, bonus per elettrodomestici, bonus per i mobili, bonus per la ristrutturazione e riqualificazione energetica.
Completo successo quelli degli incentivi nell’edilizia, che ha rilanciato un settore in grande crisi dopo gli ultimi anni di cantieri sempre più rari nel territorio. Sono bastate le detrazioni promesse dal governo per ridare fiducia a un intero comparto economico, uno dei più importanti per il Pil italiano ma anche uno dei più martoriati dalla crisi.
In sostanza, quanto già previsto per i condomini, ossia il mantenimento degli incentivi anche per tutto il 2014, è stato esteso a tutti i proprietari di immobili che intenderanno svolgere lavori nei propri vani di proprietà.
Viene confermato il Bonus mobili, con detrazione fiscale del 50% per l’acquisto di componenti di arredamento o di grandi elettrodomestici, in conseguenza di un intervento di ristrutturazione.
Bonus Ristrutturazioni che rimane immutato, con sconto Irpef ad aliquota al 50% nell’anno a venire, e graduale diminuzione per i successivi, a 40% nel 2015 e rientro al 36% nel 2016.
Identico anche il bonus energia per interventi di riqualificazione energetica degli edifici, con l’aliquota che seguirà lo stesso destino di quella per i lavori di ristrutturazione, passando, in questo caso, dall’attuale 65% al 50% dell’anno intero 2015, per tornare al 36% originario nel 2016.
per quanto l’attuale Governo stia confermando e proponendo dei “bonus” nel settore edilizio, questo mercato immobiliare, un importante risorsa economica, continua ad essere non solo trascurato, ma ancor peggio in realtà, disincentivato. La “Casa”, da sempre intesa quale principale forma di ricchezza patrimoniale per le famiglie italiane e miglior investimento, è oggi divenuta ad essere un peso, spesso eccessivo, per chi la detiene e non più motivo di interesse ai fini di investimento.
I governi italiani dal 2012 ad oggi, hanno volontariamente disincentivato ed ancor peggio tartassato, il mercato immobiliare, dirottando l’interesse degli investitori verso i titoli di Stato. Questa miope ed incosciente politica ha delineato una profonda crisi non solo economica ma anche sociale.
Il mercato delle costruzioni costituisce più del 10% della ricchezza nazionale, coinvolge circa 2 milioni di addetti ( fonte ufficio studi Aitec) e rappresenta un quinto del PIL italiano.
La crisi finanziaria e le politiche tributarie degli ultimi anni incentrate con una eccessiva tassazione sul patrimonio immobiliare, hanno dimezzato questo comparto con una riduzione del fatturato di oltre 57 miliardi di euro dal 2007 al 2013.
Cosa proporre per riattivare questo comparto così importante per la nostra economia ?
Differenziando il mercato tra acquirenti di immobili ad uso personale ( prima abitazione) ed investitori, per i primi è sicuramente importante una reale riduzione delle tasse gravanti sull’ abitazione principale ed un incentivo e sostegno all’acquisto della stessa, quali ad esempio mutui ipotecari garantiti da Stato o Regione che consentano l’accesso al credito bancario, la possibilità di detrazione totale dei costi derivanti dall’acquisto dell’immobile (che incidono dal 6% al 9%), una maggiore detrazione degli interessi passivi del relativo mutuo ipotecario (oggi sono solo del 19%), riduzione dell’Iva dal 4% al 1% se trattasi di acquisto da impresa (oggi si riscontra un divario assurdo di imposte nell’ acquisto tra privati e impresa). Per il mercato degli investitori, cioè coloro che acquistano senza agevolazioni al fine di ricavarne una rendita finanziaria ( oggi stimabile in circa solo il 2% – 3% annuo ), è fondamentale una garanzia normativa sulle locazioni che assicuri al proprietario lo sfratto per morosità in tempi certi e molto brevi, una tassazione pari alla prima abitazione se l’immobile viene locato a canone concordato, detrazione fiscale dei costi di acquisto e comunque quant’altro ipotizzabile al fine di rendere nuovamente attivo l’investimento immobiliare.
Riattivare il mercato immobiliare e conseguentemente il relativo indotto, dovrebbe essere la priorità del Governo per riavviare una crescita economica, non servono i “bonus” edilizi, necessitano reali interventi legislativi ed una grande volontà di cambiamento, forse in contrapposizione ad interessi speculativi di tipo finanziario.