La battaglia legale dei cittadini di Serro contro l’elettrodotto Terna non si ferma. La prossima tappa sarà in Consiglio di Stato il 19 marzo, giorno in cui su terrà l’udienza , in camera di consiglio, per il giudizio cautelare n. 911/2013, promosso nei confronti dell’Autorizzazione Ministeriale al progetto di Elettrodotto Terna Sorgente Rizziconi, tratto aereo Villafranca Tirrena – San Filippo del Mela. Il ricorso in appello al Consiglio di Stato è stato presentato contro la sentenza n. 8893/2012 del Tar del Lazio, che non ha bloccato il progetto. A difendere le ragioni dei residenti di Serro saranno gli avvocati Gianfranco Passalacqua, Luciano De Luca, Guglielmo Calcerano, Giuliana Colavecchio e Antonino La Rosa, secondo i quali la sentenza in primo grado emessa dal tribunale amministrativo “si presenta sprovvista di adeguata e coerente motivazione rispetto alle precise e circostanziate censure di illegittimità sollevate dai ricorrenti”.
Il pool dei legali che assiste i cittadini di Serro ritiene che “il progetto incide su Siti di Interesse Comunitario (o “siti di importanza comunitaria/Site of Community Importance”, ai sensi della direttiva comunitaria n. 43 del 21 maggio 1992, 92/43/CEE,) e, in particolare, sulla Zone di Protezione Speciale ITA030042, Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennammare e area marina dello Stretto di Messina, istituita per la tutela dell’avifauna migratoria. I legali intendono, dunque dimostrare che “ il progetto è stato redatto in violazione del Principio di precazione statuito dall’art 191 del Trattato di Lisbona (ex art 174 T CE) che obbliga i progetti aventi consistente incidenza ambientale ad essere sottoposti al parere della Comunità Europea”. Cosa che – spiegano in un comunicato – per Terna non è avvenuta
Gli avvocati sostengono, inoltre, che “sono state eliminate senza rispettare le procedure di evidenza pubblica le prescrizioni impartite originariamente dalla Regione e dallo stesso Ministero dell’Ambiente, che prevedevano l’acquisizione del parere della Comunità Europea; e che il progetto è stato illegittimamente frazionato impedendo così una valutazione di incidenza ambientale complessiva”.
Come noto, Terna ha già iniziato i lavori ed il prossimo 19 marzo si discuterà della richiesta di sospensiva, “per evitare di ritrovarsi con un’opera realizzata con una autorizzazione illegittima”, scrivono ancora i legali dei cittadini.
Oltre che sul piano giuridico, la battaglia andrà avanti anche sul piano politico. “Il Coordinamento – si legge in un comunicato stampa -attende una presa di posizione netta anche dall’Assemblea Regionale che, in data 28 febbraio 2013, discuterà la mozione presentata dal Movimento Cinque Stelle. Le nostre associazioni – dichiara l’Avv. Nino La Rosa – hanno fornito, al nuovo governo regionale ed alla deputazione messinese all’ARS, tutti gli elementi e la documentazione che dimostra che le autorizzazioni regionali sono state concesse a Terna in maniera frettolosa ed in violazione di specifiche normative comunitarie, nazionali e della stessa Regione Siciliana”.
“ Il governo regionale – conclude il legale – deve solo ripristinare la prescrizione C1 dell’acquisizione del parere della Comunità Europea, immotivatamente ed irragionevolmente eliminata, sospendendo di conseguenza i lavori avviati da Terna, per pervenire ad un progetto conforme alla legge rispettoso dei diritti ed interessi delle popolazioni”.
Fonte: tempostretto.it