26 Dicembre 2024
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L’Indagine Tecnoborsa 2012 sulle famiglie italiane e il mercato immobiliare approfondisce il tema dell’intermediazione immobiliare e della valutazione in un momento in cui – per la prima volta – prevale il pessimismo da parte degli operatori del settore; in particolare, gli agenti immobiliari denunciano un peggioramento delle aspettative sugli orizzonti di medio termine. Tuttavia, il mercato reagisce e cerca nuovi sbocchi, come emerge dall’Indagine Tecnoborsa.Valter Giammaria, Presidente Tecnoborsa, sottolinea come: “Il ricorso ai canali di intermediazione da parte di chi ha comprato un bene nel biennio 2010-2011 ha subito un lieve incremento rispetto a quanto rilevato nelle due Indagini precedenti effettuate, pur nel calo sostanziale del volume di affari. Infatti, il 50,3% delle famiglie che hanno acquistato o tentato di acquistare un immobile, nel biennio 2010-2011, sono ricorse all’aiuto di un’agenzia immobiliare e/o altri consulenti per effettuare la transazione”.

Rispetto a quanto rilevato nelle Indagini precedenti effettuate da Tecnoborsa si è riscontrato che c’è stato un lieve incremento dell’utilizzo delle figure di intermediazione professionale e i valori sono tornati quasi ai livelli riscontrati nel 2004. Come sempre, l’agenzia immobiliare, rimane il canale più utilizzato (45,2% di chi ha acquistato), seguita con un notevole distacco dal ricorso all’aiuto di altri consulenti (5%). Inoltre, va sottolineato che, per quanto riguarda le agenzie immobiliari, si interrompe il trend decrescente registrato nelle ultime tre Indagini; invece, c’è stato un lieve calo di coloro che hanno fatto ricorso agli altri consulenti dopo il notevole incremento rilevato nel 2008. Tra i principali motivi del mancato ricorso all’agenzia da parte di chi ha acquistato un immobile troviamo, in ordine decrescente: il costo troppo elevato (55,6%); la scarsità di offerte immobiliari (18,8%); la mancanza di fiducia verso le agenzie (16,9%); la scarsità dei servizi di assistenza/consulenza offerti (8,7%).

Rispetto all’Indagine 2008 c’è stato un forte incremento della quota di coloro che hanno indicato come causa di non ricorso alle agenzie il loro costo troppo elevato con un ritorno quasi ai valori del 2006; la scarsità dei servizi di assistenza/consulenza; la percentuale di coloro che hanno trovato l’offerta di immobili piuttosto limitata – e ciò,  molto probabilmente, dipende dal fatto che è sceso il numero di famiglie che in questi ultimi anni hanno deciso di mettere sul mercato i propri immobili, visto il calo dei prezzi verificatosi -; in definitiva, vendono solo coloro che intendono riacquistare o coloro che vi sono costretti. Viceversa, c’è stato un incremento di coloro che hanno dichiarato di non aver usufruito dell’agenzia immobiliare per mancanza di fiducia verso questa figura di intermediazione.

Il Presidente prosegue affermando che: “Dal lato dell’offerta, il 59,6% di coloro che hanno ceduto un’abitazione hanno usufruito del servizio di un canale di vendita; tale valore, pur rimanendo più alto di quello rilevato nel 2006 e nel 2004, è comunque sceso (12,3 punti percentuali), se confrontato con quello riscontrato nell’Indagine precedente. Però, il grado di preferenza nei confronti delle diverse figure di intermediari da parte delle famiglie che hanno venduto non è cambiato rispetto agli anni passati; infatti, il canale preferito rimane l’agenzia immobiliare (55,9%), anche se la quota di famiglie che l’hanno scelta è scesa di 6,6 punti percentuali rispetto al 2008”.

Andando ad analizzare le motivazioni che hanno spinto coloro che hanno venduto a non utilizzare l’agenzia immobiliare, al primo posto si trova il costo troppo elevato (56,3%), così come è avvenuto per chi ha acquistato; a seguire, ma con un notevole divario, ci sono coloro che hanno motivato la scelta affermando che la causa del non ricorso è stata la mancanza di fiducia verso questa forma di intermediazione e/o precedenti esperienze negative (18,3%), la scarsità delle offerte immobiliari (14,1%) e la scarsità dei servizi di consulenza/assistenza offerti (11,3%). Dal confronto con l’Indagine 2008 è emerso che, rispetto ai motivi di non ricorso alle agenzie immobiliari, è scesa la quota di chi ha indicato come causa la scarsità dei servizi di assistenza/consulenza offerti (-17,3 punti percentuali), mentre sono cresciute le percentuali di coloro che hanno dichiarato di non essere ricorsi all’agenzia per vendere, perché hanno ritenuto che i costi erano troppo elevati (+13,4 punti), che la rosa degli immobili offerti era scarsa (+14,1 punti), oppure non hanno fiducia verso questa forma di intermediazione e/o hanno avuto precedenti esperienze negative (+4 punti percentuali).

Concludendo, se si confronta la domanda con l’offerta emerge che il ricorso all’aiuto di un intermediario è risultato sempre più alto tra chi ha acquistato rispetto a chi ha venduto, anche se con gap molto diversi nel tempo e, analizzando i singoli canali di intermediazione, l’agenzia immobiliare viene comunque preferita sia da chi vende che da chi acquista.

Quanto alla valutazione di un bene immobiliare, Valter Giammaria ha commentato che: “Dall’Indagine 2012 risulta che si è servito di uno specialista il 47,1% di coloro che hanno acquistato, valore allineato con quello rilevato nel 2008 e, nello specifico, i canali utilizzati per valutare il bene dalle famiglie che acquistano sono perlopiù l’agenzia immobiliare (28%), seguita, con un notevole divario, dal libero professionista (15,6%), e da altri canali non meglio specificati (3,4%). Rispetto a quanto riscontrato  negli anni precedenti, c’è un importante incremento del ricorso all’agenzia immobiliare  – 3,3 punti percentuali rispetto al 2008 e 14,4 punti dal 2006 – quindi, si può affermare che l’agente immobiliare viene visto sempre più come un professionista capace di fornire servizi che vanno al di là della sola intermediazione”. E’ da segnalare anche il calo del ricorso al libero professionista per una valutazione immobiliare, mentre è rimasta stazionaria la quota di chi ha usufruito dei servizi di altre figure; un 4% degli acquirenti ha affermato, invece, di aver stimato l’immobile da solo con l’aiuto di listini, ricerche di mercato e quant’altro. Dall’analisi dell’offerta è emerso che ben il 78,3% di chi è riuscito a vendere un immobile, nel biennio preso in esame, ha fatto valutare l’immobile prima di immetterlo sul mercato e, rispetto alle rilevazioni precedenti, continua a persistere il trend crescente di chi fa questa scelta. Andando a studiare le figure professionali utilizzate è stato riscontrato che, anche in questo caso, la più utilizzata è stata quella dell’agente immobiliare (50,3%); il 19,3% ha fatto ricorso all’aiuto di un libero professionista e il 2,5% ad altre figure professionali. Rispetto a quanto riscontrato in passato va sottolineato un lieve calo del ricorso alle agenzie immobiliari, mentre è cresciuto l’utilizzo dei liberi professionisti e di altri valutatori e l’8,1% ha scelto di valutare da solo il bene venduto.

Concludendo, secondo il Presidente Tecnoborsa: “L’utilizzo dello specialista per la valutazione immobiliare nel confronto tra domanda e offerta dal 2006 a oggi denota che ricorrono più alla valutazione coloro che vendono rispetto a chi acquista; questo dipende, molto probabilmente, dal fatto che chi vende conosce meno il mercato rispetto a chi acquista e, quindi, prima di decidere di vendere vuole sincerarsi del valore del bene che si accinge a immettere sul mercato; chi acquista, viceversa, conosce in partenza il budget che ha a disposizione e, inoltre, prima di acquistare una casa sicuramente ne ha visitate molte altre e, quindi, ha dei termini di confronto che gli permettono di stabilire se quella determinata casa fa al caso suo”. Infine, per quanto concerne il tipo di figura professionale utilizzata per stimare i beni oggetto delle compravendite, nell’Indagine 2012 emerge che l’agenzia immobiliare è preferita sia da chi acquista che da chi vende e, tra questi ultimi, il divario tra le due figure di valutatori prese in esame è molto più sensibile (31 punti percentuali).

 

Fonte: etribuna.com

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