A differenza di tanti altri Paesi in Italia non c’è stato lo scoppio di una bolla immobiliare. Il crollo dei prezzi allora è solo rinviato? Ebbene, secondo l’Associazione dei costruttori Ance sul mercato immobiliare italiano, ed in particolare nel segmento residenziale, non ci sono segnali di bolla in quanto negli ultimi dieci anni in Italia c’è stato un aumento numerico dei nuclei familiari.
Ma a fronte di tale aumento non c’è stato un contestuale ed equivalente aumento della produzione di nuove case. Non a caso l’Ance ha stimato un fabbisogno complessivo e potenziale di abitazioni pari a quasi 600 mila unità. Come mai allora il mercato immobiliare italiano al momento è ingessato?
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Ebbene, il Rapporto pubblicato sul sito Ance.it rivela come le criticità al riguardo siano da ricercarsi nelle difficoltà delle famiglie nell’accedere al credito a partire dai tassi elevati che hanno reso i mutui costosi. Ed il tutto a fronte di un indebitamento medio delle famiglie italiane che, dopo anni di crisi, si mantiene ancora tra i livelli più bassi al mondo.
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E visto che è molto elevato in Italia la solidità patrimoniale delle famiglie, l’Anci ritiene eccessivo l’aumento dello spread sui mutui visto in questi ultimi anni associato, peraltro, ad un vero e proprio razionamento del credito che ha portato all’innesco di un severo credit crunch. Questo significa in altre parole che se le banche allargheranno i cordoni della borsa il mercato immobiliare potrà beneficiare di una buona fetta di quelle quasi 600 mila abitazioni potenzialmente pronte per essere acquistate dalle famiglie italiane.
Fonte: piazzaffari.info