E’noto che l’agevolazione prima casa per compravendita da impresa costruttrice abbassa, per la famiglia acquirente, l’IVA dal 20% al 4% espressa nella fatturazione del prezzo di compravendita. In momenti difficili come l’attuale l’agevolazione al 4% è un’ ottima boccata di ossigeno per chi compera la sua prima casa da impresa costruttrice. Ora però sappiamo che questa agevolazione, nei termini del 4% anziché al 20%, dovrà variare e, per comprendere meglio, non sarà più il 4 % e, per fortuna neppure il 20, ma una via di mezzo. In sostanza rimarrà ancora in essere una forma agevolativa ma non lo sarà più ai livelli di oggi.
E’previsto infatti che l’agevolazione perda del 5% della sua efficacia nel 2013 e del 20% nel 2014. Quindi chi acquisterà dopo questi aggiustamenti non godrà di una agevolazione IVA del 4% ma si troverà un IVA, sempre agevolata, ma innalzata al 7,2%. Questa è l’altra tegola che spingerà diversi potenziali acquirenti a soppesare l’impatto finanziario e quindi condizionerà ulteriormente gli acquisti di nuove case da imprese. Anche l’impatto dal punto di vista psicologico, per chi dovrà acquistare specie nei primi tempi dell’applicazione delle nuove aliquote, si avvertirà ed il risultato si rifletterà con una certa negatività sul mercato della compravendita di case. Di conseguenza le imprese di costruzione vedranno ulteriormente condizionato il loro spazio di mercato del costruito e questo non è bene per l’economia di un settore che stenta ad uscire da una pesante crisi. Ultima riflessione. Credo che si sia ancora in tempo, viste le tempistiche di applicazione, per far rientrare questa disposizione ma occorre farlo subito e con forza mettendo in campo tutti i soggetti interessati partendo dalle varie associazioni dei costruttori per arrivare a quella dei consumatori. Il risultato di un’azione congiunta raggiungerebbe comunque l’obiettivo atteso anche perché per lo Stato e per l’economia italiana mantenere in questi casi l’IVA al 4%, evitando di elevarla al 7,2%, non sarebbe determinante e certamente, ai fine dell’economia del Paese, si recupererebbe il differenziale ed anche assai di più grazie a maggiori possibili vendite e quindi grazie ad un maggior sviluppo dell’edilizia residenziale che andrà necessariamente a sfociare in maggiori fatturazioni ivate per più richieste di nuove abitazioni.
Fonte: iorioimmobiliare.it