La trasformazione della parte nord delle “dockland” – l’area portuale dismessa che simboleggia il passato navale e commerciale di Liverpool – potrebbe causare l’esclusione dela città inglese dalla lista dei siti tutelati dalla United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO).
Martedì 26 giugno a San Pietroburgo, nel corso della 36a sessione del Comitato che decide l’inserimento o la cancellazione dalla lista dei monumenti di interesse globale, il nucleo composto da “sei aree nel centro della città…, insieme al lungomare e alla zona del porto” (liverpoolconfidential.co.uk) è stato inserito nella “List of World Heritage in Danger” (whc.unesco.org).
Assecondando il resoconto degli ispettori dell’UNESCO che hanno compiuto un sopralluogo all’inizio dell’anno scorso (sofiarodrigues.com), il “pericolo”, rivolto contro lo status privilegiato dei settori di Liverpool dichiarati “patrimono dell’Umanità” a partire dal 2004 (unesco.org), si identifica con il piano di sviluppo denominato Liverpool Waters, mirato all’edificazione di circa 1.300.000 metri quadrati su 61 ettari di terreno, con un investimento previsto di quasi 6 miliardi di sterline (liverpoolwaters.co.uk).
“Il massiccio intervento…, nella parte settentrionale della zona portuale, estenderebbe in modo significativo la città … Il piano … frammenterebbe e isolerebbe visivamente le varie aree del porto” (liverpoolconfidential.co.uk).
Al di là dei giudizi del World Heritage Committee, l’iniziativa ha destato perplessità in diversi soggetti – compresa la CABE (Commission for Architecture and the Built Environment), che “si è scagliata a lungo contro aspetti del progetto” (iverpoolconfidential.co.uk): dopo il permesso a costruire, ottenuto a marzo (liverpoolconfidential.co.uk) dal consiglio cittadino, i promotori di Liverpool Waters sono in attesa del parere ministeriale, che potrebbe risoversi in un’inchiesta di approfondimento.
Fonte: professionearchitetto.it