Anche la grande muraglia soffre. Verità o la classica bufala all’americana del lunedì? La notizia inizia a circolare sul New York Times e, spesso quando a dare le notizie importanti è un tabloid statunitense, specie se quest’ultime riguardano uno stato con il quale il rapporto politico non è mai stato e non è tuttora idilliaco, quanto scritto dovrebbe essere preso con le pinze.
Se a parlare di crisi economica cinese, oltre ad importante giornale di caratura mondiale, sono anche fonti vicino al governo della Repubblica Popolare allora altro che pinze bensì dolori di pancia e per tutti, Stati Uniti compresi. Già proprio l’America, paradossale ma vero: il continente a stelle e strisce, primo paese nel quale l’incubo recessione è nato cinque anni fa, nonostante i passati contrasti avuti con il regno della “Grande Muraglia”, guarda con molta attenzione allo sviluppo dell’economia e del mercato dagli occhi a mandorla e ora mostra non poca preoccupazione di fronte agli ultimi dati riportati dallo stesso New York Times.
Il primo settore a soffrire la crisi è quello immobiliare, nel primo trimestre il mondo edilizio ha prodotto molto poco per non dire nulla e gli esperti parlano di un 2012 all’insegna della sopravvivenza per molte realtà immobiliari che devono fare i conti con un valore dell’immobile paurosamente dimezzato.
La vendita dei beni a consumo ha subito un forte e non indifferente calo, complice molto la tendenza al risparmio delle famiglie, le esportazioni verso i paesi esteri sono molto di meno rispetto agli anni scorsi, altro dato che non fa stare tranquilli visto che i rapporti commericiali con gli altri stati sono i primi punti di forza per avere un’economia al top e il Pil? Il Pil cinese a fine marzo ha toccato l’8,1%; un dato che apparentemente farebbe saltare dalla gioia, ma in realtà non è altro che un leggero aumento di quel prodotto interno lordo stellare che l’anno 2011, il più fortunato in assoluto per il paese, ha dato alla luce.
Fonte: www.corriereinformazione.it