Possono usufruire dell’Iva al 10% alcuni lavori di restauro e risanamento conservativo, come le ristrutturazioni nei centri storici dei Comuni. Così l’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione 41/E del 17 febbraio scorso, che ha stabilito la possibilità di dimezzare l’imposta sul valore aggiunto solo per alcuni interventi e non per la generalità dei lavori, come invece auspicato dalle associazioni del settore costruzioni.
Il Dpr 633/1972 prevede l’applicazione dell’Iva al 10% a favore di interventi di restauro e risanamento conservativo, utili a conservare la funzionalità degli edifici, di ristrutturazione edilizia, per la trasformazione della struttura preesistente, e di ristrutturazione urbanistica, che apportano modifiche a lotti, isolati e rete stradale.L’aliquota agevolata è stata poi estesa alla demolizione di un fabbricato per la costruzione di un parcheggio, all’ampliamento di uno stabilimento situato in zona sottoposta a tutela ambientale e al trasferimento di un intero centro abitato con il rifacimento delle costruzioni.
La Risoluzione 202/2008 ha in precedenza precisato che i lavori di pavimentazione delle strade non possono avvalersi dell’Iva ridotta dal momento che costituiscono una miglioria e non una vera e propria costruzione. Situazione diversa per marciapiedi e vialetti realizzati su strade residenziali, rientranti nelle opere di urbanizzazione primaria.
È necessario quindi verificare di volta in volta la presenza delle caratteristiche che possono far propendere per l’applicazione o meno dell’aliquota Iva agevolata.
Fonte:Donnageometra