Il 16 settembre 2008 a Correggio (RE) si è inaugurato ill Quartiere Coriandoline, realizzato dalla cooperativa di abitanti Andria attraverso un percorso durato oltre 10 anni che ha visto bambini e bambine lavorare con educatori, tecnici, artigiani, studiosi e artisti.
L’innovativo quartiere è il frutto di un intenso processo di ricerca iniziato circa 13 anni prima e sviluppato con i 700 bambini delle scuole materne di Correggio e Rio Saliceto – due comuni in provincia di Reggio Emilia – culminato con la costruzione di un intero quartiere a misura di bambino. Il lavoro è partito nel 1995 dalla convinzione che le abitazioni così come vengono costruite oggi non rispondono efficacemente alle esigenze abitative delle famiglie e non tengono in nessuna considerazione le esigenze dei più piccoli.Nel 1999 dopo quattro anni di riflessioni, ricerca, laboratori e mostre, è stato pubblicato il Manifesto delle esigenze abitative dei bambini, in cui hanno trovato spazio le indicazioni dei bambini: emozioni, idee e stati d’animo, non classificabili attraverso normative tecniche.
Ne è scaturito un decalogo – all’insegna di un modo di abitare nuovo – con le caratteristiche che i bambini richiedevano a una casa: trasparente, dura fuori, tranquilla, giocosa, morbida dentro, decorata, intima, grande, bambina, magica.
La sfida di costruire queste case è stata accettata, e insieme ad Andria hanno lavorato – oltre ai bambini, alle maestre e alle pedagogiste – architetti, paesaggisti, ingegneri, artigiani, scrittori, musicisti, università e l’artista Emanuele Luzzati.
Nel 2001 è stato presentato il progetto di massima, che ha vinto il prestigioso premio Peggy Guggenheim, per la scommessa poetica di leggere il mondo quotidiano attraverso gli occhi dei bambini e per aver valorizzato, nella concretezza del fare casa, sogni e progetti d’una migliore qualità della vita.
Nel 2002 si è giunti alla presentazione del progetto urbanistico e alla rielaborazione di quello architettonico e l’anno seguente sono iniziati i lavori di costruzione, che hanno consentito nel 2006 alle famiglie di abitare le nuove case.
Nel 2007 sono state ultimate le opere si semina, piantumazione e di sistemazione esterna e nel 2008, a settembre, l’inaugurazione ufficiale di questo progetto in cui le strade ritornano ad essere luoghi di incontro, di relazione, di gioco e una grande quercia è il perno naturale attorno al quale ruota la vita del quartiere. Intorno un prato e poi le case, che non sono in fila e non hanno un davanti e un retro. Sono tutte diverse, di tanti colori, come i coriandoli.
Un quartiere che rappresenta – per i suoi piccoli abitanti, per le loro famiglie, e non solo – un considerevole traguardo e un altrettanto importante punto di partenza. Perché un quartiere – o una casa, una città – a misura di bambino è capace di rispondere meglio alle necessità e ai bisogni di tutti.