Avere la certezza di pagare sempre la stessa rata di mutuo, ancorché salata? Oppure affrontare il rischio della volatilità dell’ euribor e rischiare piuttosto di pagare ogni mese una cifra diversa? Il dilemma amletico tra tasso fisso o variabile è stato sciolto senza troppe esitazioni shakespeariane dalla maggior parte dei risparmiatori italiani che nel corso del 2007 ha deciso di accendere un mutuo: per il tasso fisso è stato un vero e proprio boom.
Testimoniato dalla fotografia sul mercato dei mutui italiani del 2007 scattata dal bollettino di marzo di Assofin, l’associazione italiana del credito al consumo e immobiliare. Oltre la metà dei mutui erogati l’anno scorso sono a tasso fisso, il 56%, contro il 26% del 2006; e in termini di flussi erogati, si è passati dal 21% al 52% a tasso fisso, riducendo i prestiti a tasso variabile dal 64% del 2006 al 39% del 2007, pur comprendendo in quest’ultima categoria i sempre più diffusi mutui a rata costante, che spalmano le oscillazioni dei tassi di interesse sul numero di rate.